Sono un ragazzo italo-svizzero di 24 anni, cresciuto e vissuto in italia fino ad aprile dell’anno scorso.
Sono rientrato in Svizzera per trovare un’occupazione lavorativa in linea con le mie preferenze e attitudini personali.
Dopo aver conseguito un percorso didattico di 5 anni come perito tecnico, ho lavorato in una ditta di automazione robotica in qualità di responsabile di magazzino, professione che ho esercitato per due anni prima di decidere di trasferirmi in Ticino.
Ho scoperto tardi, mio malgrado,di essere predisposto naturalmente verso attività lavorative a sfondo sociale e pedagogico, ed attualmente sto seguendo un corso di riqualificazione professionale avente lo scopo di seguire i partecipanti in vari aspetti della vita legata al mondo del lavoro ticinese. Sto partecipando a questo corso da circa tre settimane e dopo un periodo di ambientamento entrerò in una fase progettuale dove insieme ad un educatore socio-professionale ed un collocatore del lavoro verranno valutati eventuali stage in linea con le mie capacità e volontà.
Avendo vissuto in una realtà scolastica differente, non ho sviluppato una piena consapevolezza di tutte le figure che rientrano nell’ambito socio-educativo al quale sono interessato, ed è per questo che ho ritenuto opportuno lasciarmi affiancare ed aiutare da persone professionalmente inserite in grado di aiutarmi a trovare un nuovo e interessante sbocco professionale.
La figura di educatore sociale sarebbe per me preferibile in quanto ritengo di avere una buona predisposizione a lavorare con persone in difficoltà più o meno debilitanti sotto l’aspetto emotivo ed interpersonale.Mi sono sempre considerato una persona dal carattere conciliante e mi piace ascoltare e parlare con le persone con le quali ho a che fare.
Nutro un considerevole interesse verso l’ambito psicologico del lavoro sociale, sono affascinato dai meccanismi della nostra mente e credo che la conoscenza di quest’ultimi sia fondamentale per capire che percorso intraprendere e quali scelte effettuare nella vita di tutti i giorni.
Ho sempre pensato che un lavoro dedicato ai bisogni del prossimo sia l’unica strada per sentirsi pienamente appagati e soddisfatti della propria vita. Certamente non si tratta di qualcosa di semplice, anzi, avere a che fare con una persona  non è ovviamente  equiparabile ad una interazione con una macchina, bisogna tenere conto delle emozioni altrui e mostrare la dovuta empatia, e sopratutto ricordarsi che non sempre i nostri sforzi portano dei risultati immediati. Bisogna acquisire la consapevolezza che non siamo tutti uguali, e scontri o incomprensioni sono all’ordine del giorno. Quando interagisco con gli altri tengo sempre a mente un detto “cerca di trattare gli altri come vorresti che gli altri trattassero te”.